Il ciclo comprende sei concerti, equamente divisi tra artisti italiani ed internazionali oltre al Balletto di Milano in uno “Schiaccianoci” čajkovskijano e alla Compagnia Abbati in “Un bel Danubio blu” straussiano ambedue posti poco prima di Natale. La voluta presenza nei programmi di celebri pagine, dalle “Quattro Stagioni” di Vivaldi alle “Ballate” di Chopin, dalla “Pastorale” e “Patetica” alla “Kreutzer” di Beethoven, ma anche di temi musicali resi famosi da film, da “Tempi Moderni” a “Nuovo Cinema Paradiso”, intende riavvicinare ancora di più il pubblico all’esperienza musicale dal vivo.
L’Orchestra Filarmonica di Odessa, il principale complesso erede della ricca tradizione culturale della città ucraina, propone due capolavori sinfonici quali la “Sesta” di Beethoven, “Pastorale”, e la “Quinta” di Čajkovskij, la “Sinfonia del destino”. I Virtuosi Italiani, forti della lunga consuetudine esecutiva presso la Chiesa della Pietà di Venezia, la “chiesa” di Vivaldi, sono impegnati, appunto, in un programma barocco tra le “Quattro Stagioni”, assenti dalla città dal 1993, Bach e il celebre “Canone” di Pachelbel. La violinista Antje Weithaas, artista di rango, vincitrice dei premi internazionali “Bach” di Lipsia e “Joachim” di Hannover, accompagnata da uno dei maggiori pianisti ungheresi, Dénes Várjon, Premio Géza Anda di Zurigo, esegue la più famosa sonata per violino, la “Kreutzer” di Beethoven, conosciuta anche per il suo ruolo ispiratore dell’omonimo romanzo breve di Tolstoj. Tutt’altro repertorio quello presente nel concerto di Guido Rimonda e la sua Camerata Ducale dedicato a temi musicali resi noti da celebri film, da “Tempi Moderni” di Chaplin, autore anche delle musiche, a Williams di “Schindler’s List” di Spielberg, da Bacalov di “Il postino” di Bradford a Morricone di “Nuovo Cinema Paradiso” di Tornatore. Un giovane pianista italiano e una giovanissima pianista russa chiudono la rassegna e ne auspicano la futura continuità. Filippo Gorini, 26 anni, si è segnalato per la profondità della sua ricerca tra Beetho- ven e Bach avvalendosi dei preziosi consigli di Alfred Brendel. Vincitore nel 2015 del Concorso “Beethoven” di Bonn e assegnatario nel 2020 del prestigioso Premio Borletti-Buitoni Trust, propone due sonate molto diverse della produzione del grande musicista tedesco, la “Patetica” e la quasi conclusiva op. 110, alle quali affianca la Seconda Sonata di Chopin, universalmente nota per la sua “Marcia funebre”. Alexandra Dovgan, seguita con molta attenzione da Grigory Sokolov, ha solo 14 anni, ma è già stata ospite dalla Philhamonie di Berlino al Festival di Salisburgo, dal Concertgebouw di Amsterdam al Théâtre des Champs-Élysées di Parigi rivelandosi, tra tecnica e sensibilità, tra le più promettenti figure del pianismo internazionale. Nel suo programma spiccano le quattro Ballate di Chopin e la “Tempesta” di Beethoven.